Fatuaria

abbiamo prenotato un tavolo e ci è stato confermato telefonicamente, la mattina dopo ci è arrivata una chiamata dalla struttura in cui ci è stato detto che il tavolo non era stato effettivamente confermato, quando la chiamata c’è stata e poteva essere anche verificato, alla nostra risposta la ragazza al telefono ha riso chiedendoci di trovare un altro posto.

Gestione inaccettabile. Siamo stati ospiti di questa masseria, attratti dalle immagini e dall’atmosfera promessa. Purtroppo l’esperienza è stata tutto tranne che all’altezza del prezzo — comunque elevato — che avevamo pagato. Già prima dell’arrivo avevamo ricevuto rassicurazioni via mail sul fatto che ogni sera sarebbe stato possibile cenare alla carta. Una volta lì, scopriamo che non è vero: viene imposto un menù fisso (senza prezzo visibile e tra l’altro più costoso di una possibilità alla carta) senza possibilità di scelta. Non solo: nessuno ci aveva avvisato che la domenica il ristorante sarebbe stato chiuso e che quindi non avremmo potuto cenare. Essendo in aperta campagna e senza un mezzo a disposizione, l’unica alternativa era spendere 80 euro a tratta per raggiungere un ristorante esterno. Una sera, vista la proposta poco appetibile del ristorante (fave e cicoria, unica opzione), abbiamo deciso di fare un aperitivo. Anche in questo caso, servizio minimo: solo i drink, niente accompagnamento. Dopo continue richieste, ci è stato portato un piattino di formaggi, ovviamente a pagamento (15 euro). Per non restare completamente a digiuno abbiamo perfino mangiato le mandorle lasciate in camera al nostro arrivo — anche quelle ci sono state addebitate. E infine, forse la cosa più grave: avevamo già saldato metà dell’importo totale ad aprile. Il saldo finale doveva avvenire il giorno della partenza. Dalle 9 del mattino chiedevamo il conto, ma i proprietari (struttura a gestione familiare) erano in viaggio e non ci hanno risposto fino alle 16 — esattamente l’orario in cui avevamo prenotato il taxi per andare in aeroporto. Abbiamo quindi scritto una mail dicendo che avremmo saldato subito dopo, ma quando siamo usciti per prendere il taxi, la persona presente in struttura ha chiamato il nostro autista chiedendogli di non partire. Siamo stati di fatto trattenuti, come ostaggi, con il rischio di perdere il volo, senza contare che l'autista veniva pagato ovviamente profumatamente da noi.Tutto ciò nonostante fossero in possesso dei nostri dati personali e della carta di credito. Un comportamento che definire scorretto è poco, e che ha rovinato completamente il soggiorno. Abbiamo parlato al telefono i proprietari che non hanno provveduto a nessuno sconto per il disturbo e il disagio.

Fatuaria è un posto incantevole, difficile da lasciare, un luogo di pace e tranquillità con un’estrema cura ai dettagli e in cui regna gentilezza e accortezza. Soggiornare qui è rigenerante e consiglio di approfittare della cucina per poter mangiare negli svariati punti di ristoro della struttura, tutti stupendi. Torneremo sicuramente, perché si torna sempre dove si è stati davvero bene.

Tre giorni indimenticabili. Grazie Fatuaria per essere stata il luogo dove abbiamo potuto assaporare momenti di vita lenta, riconnessione e benessere tanto attesi. Ci siamo rilassati a bordo piscina, siamo stati coccolati dalla deliziosa e attenta compagnia di Lucia e Chiara, abbiamo mangiato divinamente piatti semplici ma gustosissimi, composti da prodotti di prima qualità. La sera ci siamo goduti gli spazi, curati nel minimo dettaglio, leggendo nel nostro giardinetto privato o chiacchierando seduti ai tavolini vicino agli alberi. In questo posto siamo stati felici e ci ritorneremo sicuramente, ormai è un posto del cuore.

Le rispondo onde evitare che lei aspetti fiducioso, ma invano, le mie scuse. Tralascio la sterile polemica da lei avviata, senza riconoscere i limiti obiettivi della sua ristorazione. Non condivido nulla di ciò che lei ha scritto, e le ricordo che nessun antipasto è stato servito. Cio’ che lei definisce “contorno” era composto da due fettine di zucchine arrotolate. Il calice di vino era solo il fondo del bicchiere e l’olio è stato chiesto e non da lei portato. Il cestino di pane con i taralli è il minimo sindacale richiesto in un ristorante che richiede 4 euro a persona per il coperto e servizio, considerato che non utilizza neppure la tovaglia. Lei ha concepito un menu’ degustazione fisso, che induce un risparmio di costi e lo ha offerto alla incredibile cifra di 45 euro oltre bevande, coperto, acqua etc. La degustazione dovrebbe prevedere una variazione di portate, che se prese singolarmente costano di più: lei ha fatto il contrario e il risultato e’ stato una misera cena, da dimenticare, come la scarsa propensione a riconoscere gli errori. Le suggerisco anche di investire nella segnaletica perché il posto è difficilmente raggiungibile e mal segnalato, nonostante Google map.

Sono stata ieri sera in compagnia di amici, abbiamo cenato un menu degustazione così composto: un piatto di orecchiette pomodorini e pesce spada (ordinarietà), un trancio di orata surgelata con pangrattato e limone e due fettine di zucchine per contorno e per finire una crostatina alla frutta. Bevande a parte. Il tutto per 80 euro a persona. Va bene il posto carino, va bene la masseria, ma siamo al limite della follia. Nessun antipasto, nessuna elaborazione culinaria, nulla che possa giustificare un conto così esoso.